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Chiunque abbia mai affidato un segreto a un diario o abbia condiviso confidenze con un amico, sa bene il senso di leggerezza che può derivare dall’esprimere sentimenti gioiosi o dolorosi. È comune cercare di fare i conti con grandi cambiamenti nella nostra vita e numerose ricerche indicano che scrivere su di sé, sui propri pensieri ed emozioni può aiutare a dare più senso alle proprie esperienze. Narrare aiuta a decifrare e spiegare l’esperienza umana. Raccontare le proprie storie funge da potenziamento personale, in quanto scoprire significati più profondi nelle nostre esperienze e riappropriarsi di esse può aiutare a ricostruire eventi che sembrano distanti o confusi.

Il Diario di Bordo è uno strumento prezioso per il tirocinante, in quanto favorisce l’espressione, la riflessione e l’elaborazione delle esperienze formative. Scrivere un diario durante il tirocinio stimola la riflessione sulla propria esperienza e sull’ascolto di quella altrui. Sappiamo che il tirocinio è un’attività formativa pratica essenziale, poiché consente di “toccare con mano” la realtà dei servizi e di ciò che sarà il nostro futuro lavoro. Per gli assistenti sociali in formazione, “imparare dall’esperienza” è fondamentale per collegare teoria e prassi in una pratica riflessiva supportata da strategie e strumenti appropriati. Il Diario di Bordo, quindi, facilita l’espressione, la consapevolezza e l’approfondimento durante il tirocinio. Nel campo delle professioni sociali, la riflessione in itinere è essenziale e il diario si dimostra molto utile per attivare processi di rielaborazione e valutazione delle azioni svolte. Rivedere le proprie azioni, cercando di attribuirvi un significato, rappresenta il primo passo verso la trasformazione da una pratica nascente a una esperta. Il diario si configura quindi come un dispositivo formativo cruciale per la valutazione e il miglioramento continuo. Attraverso questo strumento narrativo, si può prendere coscienza delle emozioni legate all’agire professionale e iniziare a vedere le frustrazioni e le contraddizioni come opportunità, piuttosto che come ostacoli al lavoro sereno. Grazie al diario di bordo è possibile interrogarsi costantemente sul proprio operato, evitando di cadere nella routine.

Redigere il proprio Diario di Bordo stimola l’integrazione tra pratica e teoria e aumenta la capacità di analizzare e valutare gli interventi e i comportamenti adottati. La sua compilazione offre l’opportunità di valutare periodicamente le proprie competenze, di analizzare gli eventi con dettaglio e di stabilire nuove connessioni tra passato, presente e futuro. Inoltre, può fungere da stimolo per il confronto con i colleghi e, riletto a distanza di tempo, aiuta ad aumentare la consapevolezza del proprio percorso professionale. Il Diario di Bordo è quindi un utile strumento non solo di auto-documentazione, ma anche di analisi del sentimento condiviso dall’utenza, contribuendo a potenziare l’offerta formativa. Il tirocinio rappresenta una fase cruciale nel processo formativo e professionale degli studenti di servizio sociale, un’opportunità di apprendimento e trasformazione che deve essere accompagnata da continua riflessione. Gli studenti dovrebbero imparare a “rileggere sé stessi”, a narrare e a narrarsi, sviluppando una connessione tra apprendimento e azione che favorisce una sinergia tra il processo formativo e l’attività professionale per l’acquisizione di competenze a vari livelli.

Annotare quotidianamente può sembrare noioso, ma è intrigante vedere come le teorie apprese si manifestano spesso involontariamente nel tentativo di spiegare un evento osservato. Con il Diario di Bordo, il tirocinante ha l’opportunità di trasmettere in modo oggettivo i propri pensieri e emozioni, il che richiede un’attenta elaborazione. Settimanalmente, il diario viene aggiornato con annotazioni su vari aspetti: descrizione delle attività svolte, degli strumenti utilizzati, delle tempistiche, valutazione della qualità del lavoro, analisi degli errori, conoscenze acquisite, difficoltà incontrate, e considerazioni sulle relazioni con il tutor e i colleghi.

L’obiettivo del Diario di Bordo è di far emergere e modellare la soggettività dello studente che racconta la propria esperienza, promuovendo così il suo sviluppo personale. Narrare, e ancor più autonarrarsi, è un modo per farsi conoscere e far conoscere la propria esperienza, interpretando e costruendo il sé. Il Diario di Bordo può quindi essere adattato a vari scopi, come un uso collettivo o individuale, o una funzione di apprendimento piuttosto che di ricerca, rispondendo così a domande chiave che orientano la sua compilazione e riflettendo sulla sua duplice natura documentaristica e riflessiva.